E’ finita la latitanza pluridecennale della primula rossa della Mafia. Dopo anni di ricerca la polizia ha finalmente messo le mani sul boss più ricercato, ma non è tutto merito delle forze dell’ordine anzi…
In effetti la cattura è più dovuta ad un errore del latitante. Denaro si è infatti recato di persona in questura a richiedere il rinnovo della sua Carta di Identità, ovviamente falsa.
Quando l’addetto, peraltro molto gentilmente, ha cercato di spiegare che non era possibile rinnovare la carta a nome di tale Andrea Bonafede perché non era lui l’intestatario, il boss, forse per eccesso di sicumeria o forse per mancanza di qualcos’altro, ha insistito andando in escandescenza e pronunciando la famosa frase “lei non sa chi sono io!”
Lei non sa chi sono io, Denaro tradito da uno scatto di orgoglio
E quando, sempre per gentilezza, l’appuntato che lo stava seguendo, ha finto di non sentire, il boss ha iniziato a elencare tutti i crimini e i reati della sua carriera pluriennale di pregiudicato.
A questo punto non c’è stato altro da fare che arrestarlo – per atto dovuto – si affretta a precisare la questura, in una stringata nota sull’accaduto.
Ora si tratta di vedere se il fermo si trasformerà in arresto o ci sarà un rilascio con o senza scuse.